IntervARTista 3° - Gabriele Sossella

Eccoci con le terza incursione di Intervistilla nel mondo delle arti creative.

 

Questa volta a presentarsi è Gabriele Sossella (regista, documentarista e filmmaker) con le sue creazioni video!
Buona lettura!
IntervARTista
Tot. domande a Gabriele Sossella

Chi sei e cosa fai? Dai un nome a Te e alla tua Arte.
Sono un cittadino del mondo che cerca di trovare il suo spazio lavorativo. Il nome che mi hanno dato è Gabriele che, se prima non mi andava a genio, ho imparato ad accettare e a farmelo piacere.
La mia arte sta nel non stare fermo, partendo dall’inchiodare due assi per farne uno sgabello fino ad arrivare a girare un documentario.
Credo che il nome della mia arte si chiami “Vita”.
 
Perché lo fai? Quando e come hai cominciato?
 
Visto che prima son stato abbastanza vago, mi presento meglio!
Le mie azioni e miei pensieri attualmente sono concentrati nel girare video riguardanti storie e progetti che mi colpiscono. C’è chi li chiama “documentari”, chi “ritratti”; a me piace chiamarli “reazioni espresse in video al mondo esterno”.
Chiaramente nessuno nasce imparato,e io men che meno. Per questo mi son messo a studiare per conoscere il mezzo che permette di trasformare i miei pensieri in qualcosa di fruibile; ho iniziato con il liceo ITSOS Albe Steiner che, secondo l'intento di Steiner, ha sviluppato in me un lato pratico e uno creativo, mettendomi alla prova su materie come cinema, fotografia, grafica e informatica applicata alla costruzione di siti internet.
Assolutamente “capra” in tutte quelle materie che richiedevano uno studio metodico e senza possibilità di applicazione nel reale; piccolo genietto -  esagerando -  nelle discipline che permettevano di muovere le mani in connessione con il cervello!
Finito le scuole superiori, buco nero.
Complessi di inferiorità verso il mondo...
Quattro strade possibili da prendere.
La mia scelta fu alla fine un post-diploma, un corso di formazione cinematografica, al CFP Vigorelli di Milano.
Pensare che avevo anche in mente di iscrivermi a Biologia marina in qualche università a caso, cosa che tra l’altro ogni circa 2 anni mi torna in mente, forse a 90 anni riceverò la laurea ad honoris causa.
Al CFP Vigorelli è stato un anno velocissimo che mi ha completamente “traviato”, grazie alle conoscenze che mi sono portato dall’ITSOS di montaggio e di ripresa qui ho solo dovuto imparare come si usano delle telecamere broadcast e qualche trucchetto sulla luce che, però, capii solo più tardi.
Non mi bastava aver visto la luce, volevo imparare a usarla.
Mi venne consigliato di iscrivermi alla Scuola Civica Di Cinema E Nuovi Mediadi Milano.
Nell’estate che precedette la selezione mi tuffai nel libro di Blain Brown La fotografia nel film, testo che sapevo essere utilizzato come base per l’insegnamento del ruolo di direttore della fotografia, operatore, assistente operatore, macchinista ed elettricista in quella scuola.
Leggere non è mai stato un piacere per me, ma credo sia l’unico strumento per accrescere la propria cultura e imparare a pensare da solo.
Bene c’è lo fatta! Ero dentro, 2 anni magnifici: amici, un possibile lavoro cool, giorni passati all’interno della scuola senza che esistesse altro.
Mi piacciono le scuole dove si ha la libertà di creare senza troppe burocrazie e studi inutili. Credo che se capitasse qualche corso, magari di story telling, mi iscriverei di nuovo.
E da qui inizia tutto! Esco dalla scuola, di nuovo crisi totale: chi sono? Dove vado? Ma sono veramente capace?
Ho capito solo ora che è inutile cercare di vedere la tua strada davanti, una volta che metterai insieme le tue esperienze lavorative, di lettura, di piaceri, voltandoti indietro vedrai che i contorni della strada sono molto più delineati di quello che credi.
E da lì ho iniziato a lavorare facendo corsi di cinema negli istituti superiori della Lombardia, progetti con ragazzi delle elementari, lavoretti sempre nell’ambito del sociale fino ad arrivare alla mia prima esperienza di documentario: Adesso come adesso, con l’aiuto di Michele Casiraghi, regista e ideatore del progetto.
Abbiamo passato più di un anno nella comunità di recupero di Castiraga Vidardo nel Lodigiano “Il Pellicano” dove abbiamo dapprima creato un corso di fotografia e reportage e poi abbiamo creato un piccolo progetto video di 16 minuti che sta riscuotendo successo nei festival della Penisola.
Da qui in poi credo che perderò la testa per cercare il mio punto di vista sul reale e rappresentarlo con quello che mi riesce meglio, il video.
 
Dove e come? Ci presenti il luogo in cui crei e gli strumenti/la tecnica che usi?
 
Ovunque! Il bello di questo lavoro è che capiti in situazioni e posti che mai avresti pensato di conoscere o che ti potessero interessare.
Sempre low-budget.
Incredibilmente lavoro su spot e video multimiliardari senza un minimo di felicità o creatività.
Quello che, davvero, a me rimane è questo: la soddisfazione di creare un prodotto “che spacca” con due misere lire e con la forza del creare e del pensare!
Magari un giorno il flusso di denaro sarà all’inverso, anche se poi dei soldi me ne importa poco, visto che appena li ho li spendo in cose futili.
 
Chi? Colleghi, clienti, datori: rapporti lavorativi?
 
Per creare prodotti miei o creativi mi circondo di persone amiche e con le quali non sono necessarie troppe parole per capirsi.
Per il resto lavoro su un set invece che in fabbrica e questa è già una gran bella differenza! Chiaramente non sempre si è soddisfatti del progetto e del risultato ma “s’ha da campà”.
E poi c’è l’autoproduzione che ti permette di sfogarti, sbagliare e crescere!
 
Bianco/Nero: qual è l’aspetto più piacevole e quale il più noioso/brutto/antipatico della tua arte?
 
Fare un lavoro che si dissocia totalmente dalla produzione seriale è uno degli aspetti migliori del mio lavoro. Anche se a volte i lavori, come reality o serie tv, hanno un certo stile di ripresa simile da puntata a puntata, le inquadrature possibili cambieranno sempre.
Una noia del mio mestiere è che su set di produzioni medio-basse in realtà ti affezioni poco al prodotto e non ti senti molto realizzato. In generale comunque mi ritengo fortunato di poter far questo, visto che ho provato anche la fabbrica e lì sì che ti senti veramente un “cacciavite” e basta.
La parte che poi ti fa muovere lo stomaco è quando crei un tuo progetto, come ad esempio Adesso come adesso, vinci un festival, proiettano un tuo film e hai la possibilità di vedere la reazione sulle facce delle persone; in anonimo scandagli sguardi e ascolti parole, speri sempre che non ti dicano “bellissimo” perché  vuol dire che non hanno capito niente.
 
Dove vai? Quale sono i prossimi obbiettivi/progetti?
 
Me ne vado a Parigi, ho voglia di internazionalizzarmi, mi sento un po’ soffocato a produrre solo in Italia.
Inoltre spero che in Francia abbiano più sensibilità per il genere documentario e soprattutto per piccole idee con grandi intenti.
Per il resto non penso troppo tatticamente dove andare; come detto sopra, la strada si delinea dietro, inutile cercare una via avanti.
Comunque ho voglia di creare un prodotto quasi al 100% mio, per vedere i miei limiti e capire così che è sempre meglio farsi affiancare da qualcuno, ma da chi?
 
Ci mostri la creazione, secondo te, meglio riuscita o che meglio ti rappresenta?
 
Le creazioni in cui mi rivedo e credo sono Adesso come adesso e Arcipelaghi, entrambi in fase di selezione ai festival.

Adesso come adesso ha appena ricevuto il premio speciale Consorzio Turistico “TerMare” per aver raccontato in modo totalmente innovativo e toccante storie vere del nostro presente, piccoli scorci dell’animo umano e della sua complessità, con delicatezza, garbo e rispetto, attraverso i gesti e gli sguardi penetranti di chi, guardando dritto in camera, mostra una fragile e profonda parte di sé.
Per saperne di più: http://adessocomeadesso.blogspot.it/
 
Questo il trailer:
 
 
 
Il trailer di Arcipelaghi potete visionarlo qui:

 
Inoltre, potete trovare dei lavoretti che ho creato con un gruppetto di amici, usciti tutti dalla Scuola Civica di Cinema, qui: www.youtube.com/user/drunkengaffers
 
Dove possiamo trovarti?

gabriele.sossella@gmail.com e su FB

 
 
Un GRAZIE enorme a Gabriele per la sua condivisione e per avermi permesso di pubblicare i suoi video.
 
Buona creatività!
 


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