Temperanza... questa figura mi somiglia!

Se tu fossi uno dei personaggi dei Tarocchi... chi saresti?
Se, per raccontarti, dovessi scegliere un dipinto della storia dell'arte, quale sarebbe?
Quale figura o archetipo ti rappresenta al meglio?

Nell’arco della vita siamo accompagnati da immagini e simboli per noi indispensabili e onnipresenti, che terremo sempre con noi (magari pure tatuati!); ma lo siamo anche da figure che arrivano solo a un certo punto del cammino e che a volte restano, altre si fermano il giusto per poi sparire di nuovo.

Io, decisamente, sarei Temperanza.

Perché proprio lei?
Perché quest’anno, in più di un gioco fatto coi Tarocchi, questo arcano è tornato numerose volte a descrivermi e, studiandolo a fondo, mi ci sono riconosciuta.

Utilizzo i Tarocchi da molto tempo e, sono sincera, Temperanza è sempre stata una lama a me “indifferente”; forse la comprendevo poco, o forse mi sembrava tanto distante…
Invece, adesso, la sento quanto mai vicina.

E te la racconto.












Temperanza inside!

Temperanza ha origini lontane e, con molta probabilità, anche tu l’associ subito a una delle quattro Virtù Cardinali.
Eh già, proprio lei!

Giotto ne ha fatto un bel ritratto monocromo: una figura femminile che, seriosa e avvolta in una veste chiara quasi monacale, stringe tra le mani una spada bendata.
Temperanza ha sempre rappresentato l’equilibrio, la pacatezza, la moderatezza e, delle Virtù sue sorelle è il collante, tenendole assieme e dando loro forza e significato.

Temperanza è sempre piaciuta ai pittori di un tempo; anche il Pollaiolo ci ha lasciato una sua versione assai famosa e interessante.
Temperanza, qui, assume colore, si scopre della tunica conventuale per indossare abiti laici, semplici ma raffinati e, soprattutto, siede su un trono di pietra e marmi.
Non perde lo sguardo austero che, anzi, si accentua grazie all’impegnata concentrazione con cui la giovane donna versa dell’acqua da una brocca a una coppa.
Questi oggetti e questo gesto che simboleggiano il saper moderare ed equilibrare le emozioni, vanno a sostituire, d’ora in poi, la spada (l’aggressività, la forza) trattenuta.
La morigerata compostezza, l’elegante rigidità, la frugale bellezza si rafforzano in questa tela e ci avvicinano alla Temperanza dei Tarocchi.

Giotto, affresco, 1306
Pollaiolo, olio su tela, 1470


Eccola nel prezioso mazzo visconteo, in piedi in un luogo aperto, vestita semplicemente di rosso energia e di cielo stellato, intenta a versare del liquido invisibile da un recipiente all’altro.
Così compresa nell’atto di “temperare” ed “equilibrare” da non badare al precipizio che ha davanti e in cui, di sicuro, mai cadrà.
La sua solidità ci viene narrata dai monti sullo sfondo, mentre la sua umile luminosità splende nel giallo dei fiori di campo ai suoi piedi.

Nel mazzo dei Marsigliesi, Temperanza sale di grado e le spuntano le ali!
Sempre vestita di rosso e blu, con in aggiunta un cappello ornato da una gemma (quasi un terzo occhio), costantemente intenta a far fluire l’acqua (ora visibile!) da un contenitore all’altro, la donna si trasforma quasi in un angelo, una creatura celeste seppur ancora umana (lo dimostrano i seni e il corpetto color carne) e sempre tanto ben radicata a terra.
E mentre il paesaggio si fa minimale al massimo a riflettere la sua “semplicità”, le viene ufficialmente associato il numero romano XIIII e un nome ben leggibile.

Temperanza, Tarocchi Visconti, XV sec.
Temperanza, Tarocchi Marsigliesi, 1760





















Temperanza per tutti!

Nel mazzo più moderno e conosciuto, quello di Rider Waite, Temperanza incarna la via di mezzo di tutte le sue antenate.
Conserva l’aspetto angelico che si carica addirittura di un’aureola raggiante (di nuovo il terzo occhio), mantiene il numero e il nome che la definiscono e recupera, invece, la tunica chiara giottesca che, come unica decorazione, porta sul petto il divino simbolo di un triangolo giallo a sottolineare la sua “essenza spirituale”.

Mentre lei si semplifica, l’ambiente che l’accoglie si arricchisce.
Ricompaiono i solidi monti sul fondo, scaldati da un sole che fa da richiamo all’aureola e che illumina il sentiero che li collega l'uno all'altra; il prato si infoltisce e si riempie di iris gialli, fiore legato al divino e simbolo di fede, coraggio e saggezza.
E, novità importante, compare un laghetto, origine ed estensione di quella stessa acqua versata da una coppa all'altra ormai da secoli.

Temperanza sta lì, quasi levitante, con un piede sulla terraferma e uno sullo specchio liquido a insegnarci, ancora una volta, la capacità di mantenerci in equilibrio tra due mondi, due livelli, diverse energie.

E il suo sguardo, in ognuna delle sue rappresentazioni, cade sempre nello stesso punto: al centro del suo gesto, verso il basso, a ricordarci di restare sempre ben radicati e presenti.

Quella di Temperanza è l’arte di saper vivere nel mondo fisico e terreno e, allo stesso tempo, in quello interiore e spirituale, con grazia e umiltà.

L’unione di anima e corpo.
In una carta.

Temperanza, Tarocchi Rider Waite, 1908


Sono io! E tu?

Come posso non amare Temperanza quando, da una vita, mi impegno proprio a ricercare e costruire questo volubile equilibrio?
Il suo atteggiamento (ok, con un bel po’ di sorrisi in più e vestiti colorati!) è lo stesso che riverso nel mio lavoro e nell’accompagnare, chi lo desidera, a risvegliare la propria Natura Bambina e Creativa e con esse Crescere Dentro!

Ok, tocca a Te ora!

C’è un’immagine che ti rappresenta così bene?
Raccontamela qui nei commenti, o su Instagram, sono curiosa!

E se vuoi provare a costruirti una figura tutta tua a partire da ciò che per prima cosa ti definisce, il tuo nome, scarica questo (clicca sul bottone):



Mi raccomando, poi mostrami il risultato...

Buona Creatività!


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